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i sogni segreti

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Ieri ho visto il film “I sogni segreti di Walter Mitty” di e con Ben Stiller (e Shirley MacLain, Sean Penn…)  Il film è tratto dal racconto “The secret life of Walter Mitty” scritto da James Turber nel 1939.  Un film onirico, particolare ma bello, bellissimo, dalla fotografia alla musica: Smetti di sognare e inizia a vivere! Giusto! Mi è venuta una voglia pazzesca di viaggiare, scoprire posti nuovi. Per ora volo con la fantasia, in Groenlandia (ispirata dal film!) iniziando un libro nuovo che racconta quella terra bellissima…

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sciarpa&guanti@Malo, maglia@stefanel

  • stefania

    Anch’io sono andata a verderlo Fili! Bello! anche a me e a mio marito (Tiziano) è piaciuto… all’inizio eravamo perplessi invece poi si è decisamente riscattato. Bella la fotografia! I posti sono veramente da sogno. Bella la storia, romantica e sognatrice. Chiunque credo si possa un po’ identificare in Walter Mitty. Anche a me è venuta voglia di partire ( veramente è una volgia che ho sempre … anche senza film!!!)

    4 gennaio 2014 at 16:21 Rispondi
    • laura

      A ME è VENUTA UNA GRAN VOGLIA DI ANDARE A VEDERLO 🙂
      KISS

      5 gennaio 2014 at 22:31 Rispondi
  • Mode in Italy

    L’ho visto anch’io lo scorso weekend: piaciuto! E ne ho scritto qui https://www.facebook.com/elena.modeinitaly/posts/10202958620156479
    Baci 🙂

    4 gennaio 2014 at 16:50 Rispondi
    • laura

      L AVEVO LETTO E COME SEMPRE MI AVEVANO MOLTO EMOZIONATO LE TUE PAROLE
      SEI UNA SUPER MAMMA ELE
      KISS

      5 gennaio 2014 at 22:33 Rispondi
  • PuroNanoVergine

    Filippa,
    ti segnalo il blog del grande Claudio G.Fava (una istituzione in fatto di critica
    cinematografica che ha curato per anni la presentazione di rassegne
    di film sulla RAI, e non solo, quando era responsabile a RAI2 si è occupato
    di importare serie famosissime come Derrick, Quando si ama, credo pure Dallas e Beautiful:
    negli ultimi anni in tv partecipativa a una gradevolissima trasmissione su Rai3
    con Gloria de Antoni e Oreste de Fornari).

    Sul suo blog trovi, come ultimo post, una presentazione del film che hai visto:

    http://clandestinoingalleria.blogspot.com

    p.s. dovreste invitarlo a CTCF (è un eccellente affabulatore).

    4 gennaio 2014 at 17:39 Rispondi
    • DB

      Concordo in pieno su Claudio G.Fava: critico spiritoso, competentissimo e di rara eleganza intellettuale.
      Purtroppo ho l’impressione che ormai sia fuori dal giro, nel senso che non ha incarichi di potere. Pertanto, il pubblico della TV -quello interessato allo spirito elegante- si può scordare l’ottimo C.G.Fava.

      Naturalmente, mi auguro di essere smentito al più presto.

      Cari saluti,

      DB

      P.S. Una di queste sere dovrebbe esserci su Rai 5 una cosa teatrale interessante: “L’uomo dal fiore in bocca” di L.Pirandello messo in scena e recitato da Eduardo.

      4 gennaio 2014 at 20:13 Rispondi
      • PuroNanoVergine

        Fava fu pensionato nei primi anni ’90, stando alle sue dichiarazioni, in malo modo,
        dall’allora direttore generale Celli.

        Ogni tanto presenta i film che danno in prima serata su Class TV (televisione nata col digitale che temo abbia pochi spettatori).

        In ogni caso leggere gli interventi sul suo blog è sempre interessante.

        p.s. terrò d’occhio Eduardo (forse :-))

        4 gennaio 2014 at 20:35 Rispondi
        • DB

          Ignoravo l’esistenza di Class TV….

          Il ‘Pirandello’ televisivo potrebbe essere “Il berretto a sonagli”. Ho appena intravisto la notizia e forse faccio confusione tra i due celebri ‘atti unici’.

          In generale, mi permetto di consigliare una considerazione attenta di Eduardo, sia attore che drammaturgo. Credo che sia da tutti accettata l’idea che egli è uno dei ‘grandi’ del teatro del secondo novecento (ha iniziato a scrivere negli anni ’30, ma -di fatto- è ‘venuto fuori’ alla fine degli anni quaranta). Come drammaturgo l’ho sempre paragonato, per certi versi, a Pinter e Beckett. Negli anni ho scoperto che non sono il solo a collocarlo in questa dimensione universale, per dir così.
          Vedere Eduardo, oltre tutto, aiuta -pochino pochino- a sottrarsi al provincialismo sempre più soffocante (e patetico) del nostro intrattenimento culturale. Stavo per scrivere ‘vita culturale’ ma dubito che in noi ce ne sia ancora un soffio. Mi sa che, invece, siamo morti e putrefatti da una ventina d’anni: con certe cose ci divaghiamo un po’, al massimo ci intratteniamo, perdiamo un po’ di tempo, ma non le viviamo e non sono più nostre.

          Io ho dato la notizia di Pirandello/Eduardo. Po’ fa’ chell’ che vuo’ tu !

          DB

          4 gennaio 2014 at 21:26 Rispondi
          • PuroNanoVergine

            Caro DB,
            dopo un commento tranchant come il tuo non potevo perdermi la commedia 🙂

            L’ho vista e devo dire che è stato un bel vedere.

            Mi è piaciuto in particolare il dialogo fra Beatrice e Ciampa (nel primo atto)
            quando quest’ultimo, di sicuro consapevole di “tenere ‘e corna”, cerca,
            con un tono allusivo, di convincere Beatrice a desistere dalla sua vendetta
            per evitare lo scandalo che ne sarebbe conseguito.

            Il finale (attenzione spoiler) con Beatrice che (credo) in qualche
            modo accetta di fingersi pazza adeguandosi alla soluzione di Ciampa,
            spalleggiata dalla famiglia di lei, purtroppo l’ho interpretato
            come una sconfitta della protagonista che, seppur vendicativa
            e gelosa, perlomeno mostrava, rispetto agli altri personaggi,
            una vitalità e un non scendere a compromessi con le apparenze
            ipocrite della “buona società”.

            p.s. mi chiedo se il testo fosse napoletano doc o un napoletano
            italianizzato (propendo per la seconda ipotesi, perché ho compreso
            il 90% dei dialoghi, pur avendo sangue padano nelle vene :-))

            7 gennaio 2014 at 22:05
          • DB

            Caro PNV,
            tu potrai pensare che io sia tranchant per ragioni di predilezioni personali, per testardaggine o, peggio, per ragioni di appartenenza, orgoglio localistico etc.. Non è così: mi permetto di insistere soltanto quando credo che dall’altro lato ci sia una sensibilità culturale e che lo sforzo, diciamo così, non sia vano.

            Su “Il berretto a sonagli” parto dalle tue considerazioni:
            1) L’adattamento di Eduardo riesce a dare carne e sangue a questo mondo pirandelliano che è sempre troppo stilizzato e filiforme. Detto tra noi, io il Pirandello teatrale non lo sopporto, mentre adoro il Pirandello novelliere e narratore.
            2) Per dare ‘carne e sangue’ ad un testo avaro occorre usare una lingua vera e densa di umori. Non l’italiano piccolo borghese, senza luogo e senza tempo, che usa Pirandello. In questo senso, il napoletano di Eduardo funziona benissimo e riesce a dare nerbo al testo e a sostenere l’azione drammatica.
            3) La lingua napoletana che usa Eduardo -in questa edizione del ‘Berretto’ e in generale in tutto il suo teatro- è autentica, nel senso che non è affatto ‘italianizzata’. A me capita di vedere Goldoni a teatro, recitato in puro veneziano e di capire tutto o quasi. Io non credo che ciò dipenda da artifici o semplificazioni, quanto dal fatto che Goldoni e la lingua veneziana sono fatti importanti, profondi, autentici e necessari. In quanto tali, di riffa o di raffa, arrivano pure a me.
            4) Altro discorso è stabilire se Eduardo sia veramente il maggior testimone della cultura di Napoli e del suo popolo. Se ne discute da anni e si sono create due o tre tendenze. Io sarei dell’idea che:1) Eduardo è autenticamente napoletano nella forma, ma nella sostanza si propone di andare oltre ( e ci riesce ); 2) Per ottenere questo sacrifica -necessariamente- alcuni valori culturali, antropologici e linguistici; 3) Il popolo napoletano e la sua tradizione culturale trovano una testimonianza compiuta in altri autori. Due innanzitutto: Raffaele Viviani -morto alla fine degli anni ’30- e Roberto De Simone che è ancora vivo e speriamo che il Signore ce lo conservi a lungo (al momento, si regge a stento).

            Un saluto cordialissimo,
            DB

            8 gennaio 2014 at 12:18
          • PuroNanoVergine

            Grazie DB per le precisazioni!

            8 gennaio 2014 at 21:14
          • DB

            Figurati, spero ti siano state utili !

            Una cosa utile è questa: la lingua purissima di Raffaele Viviani*. Vedi se ce la fai.
            Se serve, ti traduco qualcosa.
            http://www.youtube.com/watch?v=pXpvIF80pto

            * Ho visto che in Youtube c’è parecchio del teatro di Viviani che, secondo me, è il più grande di tutti i napoletani.

            DB

            8 gennaio 2014 at 22:17
          • PuroNanoVergine

            Non ce l’ho fatta, ho provato a seguirlo “in diretta”, ma dopo
            una trentina di secondi ho mollato (mi succede la stessa
            cosa con l’inglese: mi concentro sull’ultima frase detta,
            perdendo nel frattempo quella successiva, quando il ritmo
            di chi parla è troppo rapido :-)).

            Ho trovato il testo in rete (leggermente più lungo rispetto
            a quello del filmato) e così l’ho compreso.

            Quando ti chiedevo del napoletano del Berretto a sonagli
            era proprio per la sorpresa di averlo compreso senza
            eccessiva difficoltà (non è lo “stesso” napoletano di Viviani :-)).

            Ciao e grazie
            Moreno PNV

            8 gennaio 2014 at 22:46
          • DB

            Il napoletano di Eduardo è genuino, non è annacquato, ma è un napoletano ‘borghese’. Lo parlano le classi sociali agiate. In pratica, è la lingua colloquiale e domestica di chi è abituato comunque ad alternarlo con l’italiano.
            Invece, il napoletano di Viviani è quello del popolo, cioè l’unico mezzo espressivo e linguistico a disposizione di persone socialmente escluse. Pertanto, è la lingua che svolge il compito esclusivo di rappresentare tutto un mondo. E’ un mondo tenero e violento al tempo stesso, con molte zone d’ombra, ma sempre pieno di senso. La lingua esprime questo senso e lo alimenta.
            Questo secondo è il napoletano che mi affascina di più, che cerco di parlare e certe volte mi viene naturale. Naturalmente, mi divertono molto le reazioni di chi ascolta termini desueti ed assai coloriti.

            DB

            8 gennaio 2014 at 23:27
        • angela

          Confermo per ora pochi spettatori, ma di qualità! Lo dico perché è uno dei canali del gruppo Class, in cui lavoro….
          Buon anno a tutti!

          5 gennaio 2014 at 14:16 Rispondi
  • Yve

    Avremmo dovuto vederlo in italiano (mio marito ed io) la scorsa settimana quando eravamo in Italia, ma adesso mi hai fatto venire una gran voglia di vederlo qui a Lucerna anche in lingua originale… viaggiare è stupendo anche solo con la fantasia dai hop hop valige pronte e via ovviamente con le tue righe Fili che adoro!
    Baciiiiii

    4 gennaio 2014 at 18:14 Rispondi
  • Claudia Oliveri

    Io volevo approfittare di queste feste ma poi mi sono malata …per ora sogno anche il cinema…
    Bisous

    4 gennaio 2014 at 18:50 Rispondi
  • naty

    Ciao Fili,avvolta dal calore della lana azzurra…che belle immagini,dolce e tranquilla,
    arriva anche qui la tua aria serena,buona serata,attendo il titolo del libro..naty

    4 gennaio 2014 at 19:02 Rispondi
  • Letizia

    Non l’ho visto, ma con quel cast (grande, Ben Stiller!), quei paesaggi e quella colonna sonora sono sicura che mi piacerebbe!
    E comunque mi associo a Stefania, la voglia di partire e viaggiare non mi abbandona MAI! (e neanche quella di andare al cinema, che adoro alla follia, peccato che io non trovi mai la compagnia giusta 🙁 , ma quella è un’altra storia…)
    Fili, le tue foto sono davvero tenere e delicate! E poi, che amore quei guantini e quella sciarpa! 🙂
    Buona serata, Planet! Smack!

    4 gennaio 2014 at 19:24 Rispondi
  • Laura L

    Voglia di viaggiare? Sempre!
    Infatti eccoci (io e family) in Spagna!!! Ole’!!!!

    Sono curiosissima di sapere il titolo del tuo libro!
    Ciao. Laura

    4 gennaio 2014 at 20:04 Rispondi
  • veraB'

    Nella mia lista di film c’è anche questo, ed a breve lo vedrò…
    Anch’io ho molta voglia di cose nuove, sogni nel cassetto con la speranza di farli uscire presto!!!

    Bella con la treccina 😉 sembri una bimba, look semplice e coccoloso.
    Buona domenica
    veraB’

    5 gennaio 2014 at 00:23 Rispondi
  • Carlene

    Il libro è per caso quello di Robert Peroni??

    5 gennaio 2014 at 10:57 Rispondi
  • naty

    Grazie Fili…
    Interessante,ho ascoltato l’intervista, ritengo sia un libro interessante ,l’incontro con una realtà dura,il freddo,un popolo che resiste,ma non si sa fino a quando ,ciao a tutte/inaty

    5 gennaio 2014 at 13:14 Rispondi
  • Sole

    Ragazzi ciao!
    io vi consiglio “Un maggiordomo alla Casa Bianca”fa veramente riflettere!!!!

    Buona domenica milanese a tutti 🙂

    5 gennaio 2014 at 13:34 Rispondi
  • Veronica Giomini

    Bellissima Filippa!
    Passa a trovarmi nel mio blog 🙂

    http://www.therougemisscake.com

    5 gennaio 2014 at 14:27 Rispondi
  • manupia

    vado proprio stasera a vederlo anche @Elena l’aveva consigliato …. mi incuriosisce perchè io non riesco a sognare ma solo a vivere 😉 ….

    in queste foto sembri una ragazzina….. 🙂

    5 gennaio 2014 at 18:52 Rispondi
      • manupia

        visto, piaciuto e “annusato” …. fa riflettere, ed è stato un piacere confrontarsi con chi la visto insieme a me …. la fotografia è davvero meravigliosa ma del resto con paesaggi del genere ….. musica stupenda 🙂
        voglia di viaggiare infinita ….
        adoro Sean Peen …
        anch’io ripeto smetti di sognare ma comincia a vivere, ma anche smetti di pensare di dover fare qualcosa di straordinario perché la felicità è già li vicino a Te nelle cose più semplici …

        Auguri BEFANE !!!!!;)

        6 gennaio 2014 at 10:20 Rispondi
  • Stefania

    Si l’ho visto. Bello a me è’ piaciuto molto. Woody Allen e’ sempre bravo ad indagare l’animo umano e far scoprire sfaccettature del tutto inaspettate. E’ un woody Allen maturo, c’è’ un continuo passaggio tra presente e passato, tra New York e Frisco. Usa immagini semplici per addentrarsi in un mondo complesso. Cate Blanchett e’ memorabile ed è’ il centro assoluto del narratore. E’ una personalità distorta ma affascinante. Insomma se ti piace la nevrosi newyorkese di Woody Allen e’ un film da non mancare.

    6 gennaio 2014 at 00:15 Rispondi
  • lapaz

    io ho visto Blue Jasmine (per fortuna in lingua originale e non in Italia, dove al cinema c’é il brutto vizio di parlare/chiacchierare SEMPRE!)
    devo dire che non mi ha entusiasmata moltissimo questo ultimo Woody A.

    6 gennaio 2014 at 14:19 Rispondi

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